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Kriya yoga la via pura -
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"Krìya Yoga - La via pura" è il primo testo ben documentato sulla particolare forma di yoga insegnata agli occidentali dal guru indiano Yogananda Paramahansa (1893-1952), il noto autore dell''Autobiografia di uno yogi.
Si parla della visione spirituale propria del Kriya Yoga, strettamente legata al percorso della tradizione e della filosofia indiana, all'importanza dell'ascesi e della liberazione, al contesto religioso in cui vive l'anima hindu.
Ne nasce un affascinante viaggio alle sorgenti del karma, l'agire umano, un viaggio al termine del quale scopriamo tutto il paesaggio mistico che fa da sfondo al «Vangelo indiano», la Bhagavad Gita. Ed ecco che allora il semplice karma si trasforma in kriya, agire sacro o rituale.
Il testo chiarisce l'aspetto pratico di questa disciplina, cioè le modalità di esecuzione delle diverse posture, le tecniche di respirazione, i gesti rituali, illustrati da disegni.
Ha scritto Yogananda: «Chi pratica il Kriya Yoga dirige mentalmente la propria energia vitale, la fa ruotare su e giù, attorno ai sei centri spinali, corrispondenti ai dodici segni dello Zodiaco. Sciogliendo il legame del respiro che incatena l'anima e il corpo, il Kriya Yoga prolunga la vita ed espande la coscienza all'infinito».
AUTORIGabriella Cella al Chamali si avvicinò allo yoga circa 30 anni fa, nei primissimi anni '70. Da allora ha continuato ininterrottamente la sua ricerca interiore, recandosi quasi ogni anno in India e frequentando i maggiori maestri viventi.Nel tempo ha sviluppato una sua personale visione della disciplina, come tutti i veri maestri. Infatti lo yoga non si è cristallizzato in una forma rigida, ma è tuttora in divenire. Perciò esso continua a essere attuale e a dare delle risposte a coloro che si interrogano sui quesiti più profondi dell'esistenza. La visione sviluppata da Gabriella Cella integra diverse pratiche, dalle scuole antiche alle moderne, con una particolare attenzione al tantrismo, allo yoga kundalini ed alla sua forte carica simbolica. Le asana hanno dei nomi che non sono assolutamente casuali. I maestri del passato hanno inteso con ciò lanciare un messaggio profondo, che finora era stato spesso ignorato. Gabriella Cella ha approfondito questo studio, attraverso l'ascolto interiore e la sperimentazione pratica, costruendo il nucleo della sua dottrina. Il rigore e la perfezione dell'asana, l'armonia delle sequenze sono un'altro punto distintivo del suo insegnamento. L'ascolto del corpo è il punto di partenza, che conduce alla percezione dei chakra (centri di energia, posti idealmente lungo la colonna vertebrale, fino al vertice del capo), alla ritrazione dei sensi, alla concentrazione e alla meditazione. Scrittrice feconda, ha fissato in diversi libri, da sola o con altri autori, le tappe di questo percorso. Continua tuttora i corsi per allievi all'Istituto di Piacenza, o in incontri di maggiore respiro nella tranquillità del suo Ashram sulle colline Piacentine.
Si parla della visione spirituale propria del Kriya Yoga, strettamente legata al percorso della tradizione e della filosofia indiana, all'importanza dell'ascesi e della liberazione, al contesto religioso in cui vive l'anima hindu.
Ne nasce un affascinante viaggio alle sorgenti del karma, l'agire umano, un viaggio al termine del quale scopriamo tutto il paesaggio mistico che fa da sfondo al «Vangelo indiano», la Bhagavad Gita. Ed ecco che allora il semplice karma si trasforma in kriya, agire sacro o rituale.
Il testo chiarisce l'aspetto pratico di questa disciplina, cioè le modalità di esecuzione delle diverse posture, le tecniche di respirazione, i gesti rituali, illustrati da disegni.
Ha scritto Yogananda: «Chi pratica il Kriya Yoga dirige mentalmente la propria energia vitale, la fa ruotare su e giù, attorno ai sei centri spinali, corrispondenti ai dodici segni dello Zodiaco. Sciogliendo il legame del respiro che incatena l'anima e il corpo, il Kriya Yoga prolunga la vita ed espande la coscienza all'infinito».
AUTORIGabriella Cella al Chamali si avvicinò allo yoga circa 30 anni fa, nei primissimi anni '70. Da allora ha continuato ininterrottamente la sua ricerca interiore, recandosi quasi ogni anno in India e frequentando i maggiori maestri viventi.Nel tempo ha sviluppato una sua personale visione della disciplina, come tutti i veri maestri. Infatti lo yoga non si è cristallizzato in una forma rigida, ma è tuttora in divenire. Perciò esso continua a essere attuale e a dare delle risposte a coloro che si interrogano sui quesiti più profondi dell'esistenza. La visione sviluppata da Gabriella Cella integra diverse pratiche, dalle scuole antiche alle moderne, con una particolare attenzione al tantrismo, allo yoga kundalini ed alla sua forte carica simbolica. Le asana hanno dei nomi che non sono assolutamente casuali. I maestri del passato hanno inteso con ciò lanciare un messaggio profondo, che finora era stato spesso ignorato. Gabriella Cella ha approfondito questo studio, attraverso l'ascolto interiore e la sperimentazione pratica, costruendo il nucleo della sua dottrina. Il rigore e la perfezione dell'asana, l'armonia delle sequenze sono un'altro punto distintivo del suo insegnamento. L'ascolto del corpo è il punto di partenza, che conduce alla percezione dei chakra (centri di energia, posti idealmente lungo la colonna vertebrale, fino al vertice del capo), alla ritrazione dei sensi, alla concentrazione e alla meditazione. Scrittrice feconda, ha fissato in diversi libri, da sola o con altri autori, le tappe di questo percorso. Continua tuttora i corsi per allievi all'Istituto di Piacenza, o in incontri di maggiore respiro nella tranquillità del suo Ashram sulle colline Piacentine.
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